“La caustica dolenza degli epigrammi”

Biografia:

 

.“… scrivo fin dalla culla. Sono casualmente laureata in lettere, ma vengo dall'accademia di belle arti, dalla musica medievale e rinascimentale, dalla danza. Ho pubblicato racconti e poesie in raccolte, ma li ho anche appesi/e ai muri delle strade per farle leggere a tutti. Dipingo astratti: lego spesso i testi che scrivo a immagini pittoriche, qualche volta li ho anche ballati e cantati ed è stato ancora più divertente... benché io abbia genitori che, come si arguisce dal cognome, si attestavano ben oltre la linea gotica, sono nata e vivo a Roma. Mi considero una chimera....a metà strada tra il rigore nordico e la gioiosa sconsideratezza del mediodì”.

 


Commento critico:

Non credo sia possibile leggere le liriche di Alessandra Forte Cesselon senza riannodarsi alla grande tradizione satirica ed epigrammatica della letteratura latina: le voci di Marziale, di Giovenale, di Persio, di Petronio riecheggiano in un sottofondo tambureggiante di ironia, dolenza, pietas, insofferenza sino a calibrarsi nel l’"aculeus", l' "aliquid luminis", (la battuta finale come la definiremmo oggi) che dimensiona ed incide la sostanzialità del suo pensiero.

Del resto l’evocazione storica non stupisce; basta ricordare la Prima Satira di Giovenale per trovare sprezzanti e stupefacenti analogie con la società dei nostri giorni. Corruzione, arrivismo, menefreghismo, ruffianeria, immoralità, malaffare, peseudofilosofi, imbonitori e quant’altro del bellimbustismo imperavano (ed imperano) alla grande. La latinità del Primo e Secondo secolo dopo Cristo è uno spaccato drammaticamente anticipatore delle grandi crisi Occidentali che stiamo attualmente attraversando.

Alessandra si guarda intorno, legge se stessa, ritaglia episodi, li annota ora con ironia, ora con mestizia, infine con la dolente amarezza di chi si sente abusivamente espropriato di know-how e intelligenza; ma dal personalismo dell’introspezione riesce ad allargarsi, ad aprire uno specchio riflettente sul mondo circostante per misurarne la mediocrità ed una stoltezza che sembra incomprensibile. Spesso gioca con le parole intessendo calembour e sciarade come un torero che sfavilla veroniche nell’arena o, più verosimilmente, un prestigiatore che nello sfondo rabbuiato della scena illumina con artifici mimici i sorprendenti effetti di un gioco paradossale.


(Commento di Pier Luigi Coda)


LA SILLOGE

Chiuso per ferie

Ho lasciato un segno nel cassetto dell’anima:
Chiuso per Ferie.
Ma in estate ti ho visto
rovesciare i miei fogli segreti:
cartule picte e vergate.
Volevi rubare i miei sogni
per poter raccontare a tutti
chi ero davvero.
Ladro
Non torno alla strada di ieri
Ma tu che ti sei venduto per pochi spiccioli
al nemico politico di sempre
non hai rammarichi o coscienza.
Io oggi ho chiuso per ferie
ma riapro domani
con lo stesso logo
con la stessa rabbia.
Non cercarmi!
…ti detesterei

(Closed by vacation - I have left a mark in the drawer of the soul:/Closed by Vacation. /But in summer I have seen you/ overturning my secret sheets: /cartule picte and vergate./ You wanted to steal my dreams /for being able to tell all/ the one whom I was really. /You thief/I don’t return to the yesterday road./ But you who have sold yourself for few change/ to the political enemy of always/ You do not have regrets or conscience./ I today have closed for vacation/but I am reopening tomorrow/ with the same logotype with the same rabies./Do not look for me! … /I would detest you)


Parla-Menta-Re


Parla… spesso Mente
Se gli rispondono
Re-agisce male
anche se sa di aver torto.
La Re(s) pubblica non è al centro della tua Mente
Se Parla per sua lobby
è come caramella alla Menta
Gusto forte,
nutri-Mento ZERO


Brunovespate


SI!
Ammazzerò il mio vicino
Anche solo per finta…
È un sistema buono
Per andare un TV!
Share alle stelle e brunovespate
Senza limiti.
Ho fatto una supplica
alla Grande Madre Mediaset
per mia sorella Caterina:
se faccio digiuno di RAI
tutti i giorni
L’anno prossimo avrò il miracolo
Teo Mammucari
l’attasterà in diretta…
Che culo!!!


Figliodimignotta


Non mi toccare
Che sennò ti denuncio!
Guarda che dico che mi hai molestata!
Qui, proprio qui,
sulle stanche poltrone della galleria nazionale
d’arte antica!
Tra teste di gesso imbalsamate e mosaici romani
Che perverso.
Mi hai mostrato la pergamena stantia,
la squallida coppa.Vinta.
Col tuo nome stampato, in oro, in corsivo,
per farmi vieppiù rosicare…
Ti hanno dato il Premio Letterario,
il più ambito!
Proprio a te… che non sai scrivere una riga
…che sbagli anche la grammatica
… che pensi che un’apocope sia l’ultima malattia,
di tua zia.
Tanto te lo faceva il negro tutto il lavoro,
anzi la negra…cioè io.
No! Non mi toccare!
Guarda che dico che mi hai violentato!
E lo hai fatto davvero:
una violenza subdola sulla mia buonafede,
incapace di credere che un… poeta
che parla alla luna
possa essere così tanto…
figliodimignotta!

(Whoreson - Don’t touch me/ Otherwise I denounce to you!/Be careful: I could say that you have molested me!/ Here, just here, on the tired seats of the national gallery/ of ancient art!/ Between embalmed heads of chalk /and Roman mosaics/ You perverse./ You have shown me the stale parchment,/ the dreary cup, won./ With your printed name, in gold, in cursive,/ in order to make me more and more tormented …/ They have given to you the Literary Prize, the most desired! /Just to you … you don’t know to write a line … and get also the grammar wrong …/ you think that an apocope should be the last sickness, of your aunt./ Meanwhile the “nigger man” made all the work for you/ Indeed the “nigger woman” … that is I./ No! Don’t touch me!/ Be careful, I could say that you have raped me!/ And you have done it really:/ an underhand violence on my good faith,/ incapable to believe that one … poet/ who speaks to the moon could be so much …/ Whoreson!)

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