La suggestiva armonia della classicità

Biografia:

Alessia Cipitì, ex studentessa del Liceo Classico ed è, ora, studentessa di giurisprudenza
Nel 1996 vince il primo premio al 13°Concorso di Disegno Davide Sacco.
Dopo varie attività artistiche si appassiona alla poesia e nel 2007 risulta vincitrice sia del Primo premio al Festival di Poesia Civile città di Vercelli  sia vincitrice del Terzo premio al IX Premio Internazionale di Poesia Città di Monza.
Nel contempo si mette in gioco partecipando al Poetry Slam al centro culturale “La Scighera” a Milano, scrivendo poesie civili messe in scena nello spettacolo “per un metro d’amore” (Vercelli, Teatro Civico, 2008), e partecipando a Reading poetici (come ad esempio al Microfestival di Novara).
Tra il 2008 ed il 2009 partecipa alla pubblicazione di due libri per Torino Poesia: “ Le carte di riso. Quindici poeti vercellesi “ e “Pollockiana. Poeti italiani contemporanei per la nuova pittura americana” ;
tuttavia non senza trascurare la sua partecipazione a concorsi poetici; acquisendo così una menzione di merito al concorso di poesia “Quantarte è anche parola” (Domodossola) e risultando finalista al  concorso Apice al merito poetico 2009 con la menzione “Per la classicità delle immagini che incalzano il quotidiano del suo pensiero poetico” (Cuorgné)
Nel 2010, poi, viene Inclusa nell’agenda 2010 in memoria di Fernando Pessoa  a cura di “Le Pagine del Poeta” (Roma)


Commento critico:

Il collettivo verbale  di Alessia Cipitì è formula incline a sonorità scorbutiche, fascinose, sostanziali e il refrigerio dato in omaggio per pietà si fa, nell’immediatezza, estraneità ai banalismi e alla mediocrità.
Τύχη , senza nome, cinge tutti i nomi possibili battezzandoli con un linguaggio tecnico che evade ogni vaghezza e  ripensa il “Tutto” classicamente inteso trasponendolo, in filigrana, nel postmoderno spaesante e spaesato.
Gli orizzonti espressivi si ampliano nella registrazione di momenti di un’impalcatura apparentemente fragile, Qui al silenzio non dà voce nemmeno un ronzio , in realtà solida e ferma tanto da offrire  fondamento ad un’arte che crea armonia dentro la suggestione lusinghiera di un “pan” che trafigge l’ Assenza per inverare se stesso: L’uomo scompare ad ogni parola detta…
Il punto di vista “più alto” non è nello spazio, ma nel tempo di una aestate  che scandisce la domanda, Resta da capire quanto ancora il sole regni connotando la poesia dell’autrice come“interrogativa” con sotterranee sortite “filosofiche” le cui vertigini si fanno ammirare per destrezza e acume, garantendo l’ “epifania” unicamente nel nascondimento.
Quasi rude il verso e scaltro, senza concessioni sentimentalistiche che non siano quelle godibili nella gioia piena e razionale della parola tramite dell'umana vita.
(Commento diCristina Raddavero)

LA SILLOGE

Τύχη
Sacerdotessa del tempio,
vestale senza nome
che invochi la benevolenza degli dei
credi esista un tempo per amare?
Se non altro per rendere perpetua l’esistenza…
E questo è assodato anche tra gli dei.
Resta il dubbio se qui sulla Terra venga concesso
e se occorra pagarne il fio per la rimanente vita.

 

    Dixit
Non è una questione di palingenesi
la filosofia reazionaria non conosce stasi.
Hai dato il mio nome alla pianta di rosmarino,
al pettine, alla tazzina da caffè.
Mutarsi di forma in forma…
la chiamano doppia vita.
Ma la tua filosofia reazionaria
non mi permette alcuna epifania.
Io fui “Quel solo” a riempire in un unico giorno
tutta la tua esistenza.

     
  “Aestate summa”
Qui al silenzio
non dà voce nemmeno un ronzio
ma l’odore del seme che cresce invoglia gli zappatori.
Il sole, stavolta, non cerca l’ombra dietro i cappelli
ma si prepara ad infastidire l’attuale pazienza dei tori
che ruotano corna e coda.
Il rosso vermiglio lo si trova anche sui monti
la terra di Siena carica i suoi colori.
Resta da capire quanto ancora il re sole regni
prima che si distenda una lieve frescura,
refrigerio dato in omaggio per pietà.

 

Diapositiva interrotta
Cresci nei miti e nelle leggende pagane
fedele solo a ciò che ti diverte.
A me, che disposi sempre le braccia a forma di culla
per renderti meno aspre le avversità…
a me, che maneggiai la penna per sfamarti
e le armi per difenderti…
a me, tu neghi il vederti crescere da uomo.

 

           Assenza
Non chiedetemi un tempo per parlare,
uno per tacere.
Non amo l’omologazione.
Sdoganare battibecchi
è come scavare in un cesto d’immondizia.
L’uomo scompare ad ogni parola detta…
Ignaro al maestro
invisibile all’allievo…

 

 

 

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