L'eleganza figurativa della dimensione visionaria

Biografia:

Chiara nasce il 5 maggio 1990 a Firenze e si trasferisce molto piccola a Pistoia dove risiede anche adesso.
Scopre sui banchi di scuola l’amore per la letteratura, una passione che non abbandonerà più. Continuerà in particolare a dedicarsi alla poesia anche fuori dall’ambito scolastico appassionandosi alla produzione di autori come Montale, Pessoa, Rilke, Ungaretti, Hikmet, Lorca, Prévert, Salinas, e di numerosi compositori di tanka e haiku.
Nel 2009 si qualifica quinta nel concorso “Targa al Merito Poetico” indetto dall’APiCE (Associazione Piemontese Contro l’Epilessia) con la menzione “per la freschezza delle immagini e la piacevole sonorità del ritmo”.
Negli anni del liceo scopre una nuova passione, quella per la matematica e la fisica, cosa che la porterà a iscriversi al corso di laurea in Fisica e Astrofisica, che frequenta attualmente presso l’ateneo fiorentino.

 

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Commento critico:

L’andamento poetico di Chiara Magni è aforistico, ciò non toglie che il fraseggio breve riluca conservando alle liriche il potere evocativo di una scrittura le cui forme espressive veicolano senso e significato all’interno di una stesura semplice e godibile.
Il piano scenico racchiude sollecitazioni e attese che “condensano” l’io dilatandolo in speranze sempreverdi , gioiello di interiorità che “esce” da se stessa e si fa universale nel duetto realtà/verso, vita/suono.
L’architettura di Chiara è immersa in un realismo magico il cui sfondo fantastico conferisce forza all’azione ( tenderai la mano verso di me?), vigore ed effetto alle battute ( la tua essenza prematura, intatta fino a poche parole fa), squisita eleganza figurativa alla dimensione “visionaria” (se mi regali fiabe non volerò via di notte) dell’impianto stilistico e tecnico.
Non un eclatante manifesto poetico, piuttosto una serie di affondi fermi e decisi nell’uso della parola/fumo che intreccia con maestria iconografie quanto mai sfuggenti  in virtù di quell’addensamento ( Condenso verso Firenze) che si pone come cifra essenziale di un poetare che prende le distanze dalla spiccia auto-referenzialità dell’Io e apre ad orizzonti più vasti, pienamente in linea con il dibattito attuale sulla poesia odierna.
(Commento diCristina Raddavero)

LA SILLOGE

 

Vela

Cinque maghi
intrecciano un fumo che incanta
Attraversa il mare anche oggi
Scintillio
speranze sempreverdi
E bianche bandiere ammoniscono
Non resa, attesa della resa.

  
Saluto

Addio
Come
spirale
in torsione
da te
a te
in silenzio.
Leteo battesimo
della
tua
essenza
prematura,
intatta fino a
poche
parole
fa.

 

Blues

Riluce il silenzio sognante delle nuvole basse.
Solo uno straccio di lacrime di cielo
tra me e la notte
Sono la pietra sconsolata di una piazza deserta
in attesa del mattino.




Notte Chiara

Mi stritolano le metamorfosi
di un’ansia sottile…
Condenso verso Firenze.


Azzurro

Stelle morbide di pane
inombrano il giorno
Lieve musica, acqua in cascata
Risvegli -forse altri sogni-
sdraiati al sole
su foglie d’ortica
Tenderai la mano verso di me?
Stelle morbide di pane
inombrano il giorno
Se mi regali fiabe
non volerò via di notte.
 

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