“La luminosa levità della malinconia” |
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Biografia: Loretta Marcon vive a Padova dove si è laureata in pedagogia e filosofia. Nel 2005 ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose. |
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Commento critico: Si “entra” nella poetica di Loretta Marcon con una domanda («Sediamoci vuoi?») che aderisce con precisione ad un dettato lirico di luminosa levità pervasa da una struggente malinconia. |
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LA SILLOGE I Sediamoci Magìa
Il piede Sensazione che fu Compagna passeggera e dolente.
Inganno della mente Vaga il pensiero Varca il limite
Troppe volte Tutta una vita Incoscienza. E’ la vita che ruba
Eppure cammino Mai sarò Se debbo tradire |
Opere letterarie di Loretta Marcon nel commento di Cristina Raddavero
Loretta Marcon - Giobbe e Leopardi - La notte oscura dell' anima - Guida edizioni Il libro, propone, attraverso una lettura puntuale, stimolante, suggestiva, un parallelo tra il poeta recanatese e l'uomo di Uz; un accostamento ricco di spunti molteplici che sanno immediatamente catturare l'attenzione dell'uomo di fede e non solo; di chi, sostanzialmente, avverta in maniera ineludibile la necessità di porsi la domanda di senso, ovvero interpellare se stesso costringendolo a fare propri i quesiti di fondo dei due protagonisti, l'uno, Giobbe, eroe di un racconto e pertanto testimone della condizione umana in generale; l' altro, Giacomo, persona storica che vive sulla propria pelle la sofferenza fisica e psicologica. Ancora un elemento merita di essere evidenziato in tutta la sua carica eversiva, vale a dire la profondissima attualità della tematica presa in esame: se è possibile "abbandonarsi" a Dio ( cosa che riesce perfettamente a Giobbe), è possibile anche "abbandonarlo". L'esperienza religiosa, soprattutto quella contemporanea, tende, infatti, a "liberarsi"da Dio, ad affrancarsi dal dubbio, a respingere la domanda, a rigettare l'istanza di quell' Assoluto che giocoforza irrompe nell'esistenza di ognuno come " Nostalgia del totalmente Altro" per usare una felice, quanto mai indovinata espressione del filosofo Ernst Bloch.
(Cristina Raddavero)
Loretta Marcon -Qohélet e Leopardi, l'infinita vanità del tutto - Guida edizioni Dopo Giobbe e Leopardi (la notte oscura dell'anima), Loretta Marcon con Qohélet e Leopardi ( l'infinita vanità del tutto), compie il dittico completando un confronto necessario e a tutti gli effetti “imperativo” dal momento che si profila ineliminabile, in una seria critica leopardiana, il riconoscimento della presenza profonda e pervasiva dell'asse biblico-filosofico su cui scorrono, allineandosi, pessimismo-rivolta e nichilismo, Giobbe e Qohélet appunto. Loretta Marcon - "Leopardi in blog; Testi, pretesti, attualizzazzioni in 100 post"
Ancora una volta Loretta Marcon fa centro e lo fa con un testo innovativo che profuma d’antico nella misura in cui “antico” diventa sinonimo di un radicamento di concezioni, valutazioni e strumenti moderni che si innestano sulla poetica e sulla “filosofia” del grande Giacomo Leopardi appartenuto all’Ottocento solo cronologicamente e soltanto nella logica della naturale successione temporale dei secoli che sbalza fuori da se stessa nella passione e nell’amore per il Poeta che continua a “dire” alle generazioni che lo avvicinano.
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