“Sulle soglie di un bisibiglio di vita”


Biografia:

 

Lisa Pesatori abita a Genova città a cui si sente molto legata; si ritiene ligure d'adozione.
Ama la musica e la letteratura in particolare i poeti classici.
Ha pubblicato la sua prima silloge di poesie "Interludio" nel 2000. Negli anni successivi  "Miraggio" e due libri di racconti favolistici: "Il bosco racconta" e "Montagne Azzurre" che ha presentato in varie scuole  e a cui è stato attribuito un valore etico morale.
Lisa è vice presidente e fondatrice di una Associazione di Santa Margherita Ligure collaborando con impegno alle molteplici tematiche del Territorio salvaguardia dell'Ambiente e del patrimonio culturale, della conservazione della memoria e delle tradizioni liguri.

Commento critico:


Il poetare di Lisa Pesatori si affida alla forza travolgente dei ricordi nell'altalena che compone e scompone l'animo umano facendo leva su un impianto stilistico solidissimo nel "silenzio" rivelatore del verso.
Sembra quasi che “tutto” sia volutamente fuori posto per poi essere rimesso insieme con un tocco di grazia percepibile in avvenenti formulazioni: sugli occhi stanchi/umidi steli/indicano il vivere da amare.
Ma ecco riemergere d’improvviso quel “disordine” (E tu fiore,/avvolgi i tuoi petali/nel fuggevole istante/ di sorde paure!) nella maturità di una scrittura e di contenuto senza spazi vuoti, meglio, vuoti di quella pienezza che la vita sola è in grado di portare a consapevolezza e discernimento.
E’ la lirica della sconfinata spossatezza che avvolge ogni cosa e che Lisa battezza malinconia segreta. Racchiuse nel verso ragnatele di corrispondenze tra uomo e natura, cielo e humus in cui si ravvisa lo spessore di una lirica in cui convergono il buio delle “notti” con fasci di luce che irradia l’enigma dei volti.
Suggestiva L’attesa paladina del viaggio dell’autrice, richiamo ad un vivere permeato da presenze misteriose con tanto di vaticinio traboccante ancora una volta nello stile personalissimo volto ai più “imprevedibili contagi” tra invenzione e realtà: Torneranno insieme/ lo hanno detto gli spiriti della notte/ che ascoltano/ dietro finestre socchiuse.

(Commento di Crisitna Raddavero)

C’è, nella poesia di Lisa Pesatori, un non so che di lontano e misterioso nello stesso tempo; una sensazione d’incognito e vasto che turbina nella solitudine dell’universo. Sono immagini scalfite su uno scenario invisibile che circonda il nostro essere, scolpite col soffio dei sogni e dei ricordi. E tutto si dipana con pacatezza, serenità; una dolcezza tenera di parole, di sospensioni che si trattengono sulle soglie di un accennato bisbiglio di vita, in un susseguirsi di porte chiuse e dischiuse che racchiudono il mistero dell’io. Leggendo “La porta chiusa” ho rivisto le bellissime immagini del film di Resnais “L’anno scorso a Marienbad” su dialoghi e testi di Alain Robbe-Grillet, ho rivisto un misurato e sgomento Giorgio Albertazzi aggirarsi per gli interminabili , surreali saloni del “palazzo dell’esistenza”… ancora uno, un altro, un altro ancora… sempre con l’attesa che assedia l’avvicinarsi dell’ignoto e lo stupore di ritrovarsi collocati tra le righe di un mondo da esplorare con fragilità e trepidazione.
(Commento di Pier Luigi Coda)

 

LA SILLOGE

Una porta chiusa

Dimentico quella porta chiusa
e ne apro un'altra
un'altra ancora.
La stanza è vuota;
un insetto ronza
attorno a una lampada accesa.

Altri esseri si celano
dietro porte sconosciute
mentre il sorgere dell'aurora
attende liberi voli.

Se avessi la capacità
di chiaroveggenza
osserverei quel poco
o quel nulla
che si riflette
in un semicerchio di vite.

Infinito

Inverosimili nella forma,
irreali nel chiarore iridescente
li ho visti stanotte:

corpi celesti
oscillare
in cadenza di note
che vibrano sospiri.

Una metamorfosi
di figure stupefacenti
irradia
l'enigma dei volti.

Poteri misteriosi
ingigantiscono il mio corpo
che fluttua
tra onde di chiara follia,

sottratto a un piccolo mondo.


L'attesa

Dove sono
le mie dolcissime sorelle?
Ho udito la corsa gioiosa dei passi
scendere verso le luci del villaggio.

Torneranno insieme,
lo hanno detto gli spiriti della notte
che ascoltano
dietro finestre socchiuse.

Tutto il tempo è qui,
racchiuso in queste lunghe ombre
che vaneggiano
e si dissolvono
al sorgere del giorno
che tarda a venire...

 

Semplicità d'amare

Quando il tuono
trafigge le nubi
e scompone l'ordine delle cose,
cerco la tua mano
per riposare all'ombra dei ricordi.

Sugli occhi stanchi
umidi steli
indicano il vivere da amare.

La vertigine del mondo
è pallido riflesso.

 

Sguardi

Queste serafiche stelle!
Nel loro fulgido splendore
indovino una malinconia segreta
quasi un pianto
nel mistero dell'Universo.

La terra odora
di un'aroma acre
di zolle bagnate.
Affiora dallo stagno
una piccola rana
in attesa
del breve canto del cuculo.

E tu fiore,
avvolgi i tuoi petali
nel fuggevole istante
di sorde paure!

 

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