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“La ricerca della dimensione infinita” |
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Biografia: Fabio Strinati (poeta, scrittore, aforista, pianista e compositore ) nasce a San Severino Marche il 19/01/1983 e vive ad Esanatoglia, un paesino della provincia di Macerata nelle Marche. Molto importante per la sua formazione, l'incontro con il pianista Fabrizio Ottaviucci. Ottaviucci è conosciuto soprattutto per la sua attività di interprete della musica contemporanea, per le sue prestigiose e durature collaborazioni con maestri del calibro di Markus Stockhausen e Stefano Scodanibbio, per le sue interpretazioni di Scelsi, Stockhausen, Cage, Riley e molti altri ancora. Partecipa a diverse edizioni di "Itinerari D'Ascolto", manifestazione di musica contemporanea organizzata da Fabrizio Ottaviucci, come interprete e compositore, e prende parte a numerosi festival e manifestazioni musicali. |
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Commento critico: Noi sogniamo di viaggi per l'universo: Con questi bellissimi versi di Novalis ho percorso la lettura della silloge di Strinati. Poesie sempre in bilico tra attimi di costernato sgomento e illuminanti rapidità, tra natura e essere in un gioco che affonda le sue radici nell’osservazione della realtà contemporanea. Delle sue storture, delle anomalie periferiche dove gatti randagi si aggirano tra “macerie appestate di enzimi e batteri”. Il mondo delle ombre di Novalis, le asciutte immagini dei quartieri degradati di Ken Loach, come il ritrovarsi catapultati dentro uno specchio che deforma il sentimento estetico del vivere. Il mondo esterno che getta le sue ombre nel regno della luce. Quelle di Strinati sono liriche di immediata percezione sensoriale, sgocciolano nel profondo dell’intimo lacerando la coscienza dell’uomo moderno solo con se stesso “nella vastità d’un cielo liturgico e moroso”. In questo desolato (desolante?) contesto scenografico nascono folgorazioni quasi surreali innervate dentro algoritmi lessicali che squarciano la filigrana del pensiero poetico e che rimandano inevitabilmente alla ricerca della dimensione infinita che Lucio Fontana scopriva con i suoi Concetti Spaziali. Ma qui non c’è il sollievo della sperimentazione, direi piuttosto, una impietosa analisi sociologica espressa in forma lirica dove anche le parole sono “rimproveri fuori controllo come tagli ricuciti nel vento”. Strutturalmente Fabio Strinati lavora il verso con grovigli d’immagini in un susseguirsi, quasi filmico, di frammenti ipometri giocati in libertà che incidono nella lettura suscitando scorci emozionali e visivi di non comune concretezza lirica. All’ape che ninnola il poeta fa dire più di quanto non abbia coscienza di esprimere “impollinando” un tessuto vitale i cui simboli sprigionano nella Natura di cui l’uomo è parte dolosamente sofferente. |
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LA SILLOGE "GUIZZO" Sopra quel tenero fiore è spiaccicata l’ape tenera
“IL RAGNO” All’angolo un ragno piccolo è la forma della tela le chiazze rade.
“COMPARSE” I rotondi pesci e quelli ovali, di pesci ammollo
“VESSILLO” Come s’accanisce questa frescura che non è bonaria né acconsente...
"MEZZO SOLE" Gocciola e gocciola, l’acqua che tintinna e ciondola,
"LA PENNA" Ventagli di nuvole e scorribande di pensieri già usati e i cirri a pacchi dentro le zucche degli uomini
"LAME" Le parole di precisione come rimproveri fuori controllo
"PIANETA 2"
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