“When Astronomy meets Poetry”

Biography:

Flavio B. vacchetta was born in Bene Vagienna (Cuneo) where he lives and works.
He has published several collections of poetry: In the sign of Libra 2000), Silent sundial (2001, foreword by F. Piccinelli), Sources (2002), Universe Tramp (2003), half (2005, preface by M.Della Ferrera) Akeldamà (2009, foreword by G. and M. Barberi Squarotti Della Ferrera)
Vacchetta is present in numerous literary anthologies: Anthology of contemporary poets (Penna d’Autore), New declinations (Editions Joker), Tree of aphorisms (Lietocolle).
Fond of Astronomy founded The Gruppo Astrofili Benesi  and collaborates with the UAI (Union
Italian  Astronomy)  The combination of astronomy and poetry is found in a recent photo exhibition and a DVD, he edited and dedicated to astropoetry.

 

Critical comment:

The notebook (of the poetry) of  Flavio B. Vacchetta is Life, “ex professo”, spelling from alpha to omega.
A "vocalise" where everything is possible and with-sound conversion of projecting images in "jokes" (etymologically understood as "rebels") brushstrokes of tragikòs hailed as one of the many dimensions of Man without this delay there weeping and self-pitying its status.
The poetic plot of singular originality, evokes stories that transmute into sarcastic re-creations of the world, better say of about that unus-"versus" to form a whole, the Whole of refraction of Time without the possibility of reflections that are not those amplified and "lying" on Infinite only to dilate the provisional and uncertain response to the question provocative and irritating: from the day you are born / begin to die / the Universe belongs to you / as a necklace around neck / and sundial that calculates your days / delivers them to time for the corrections.
In short, as the extension of the poems, the joyful fragrance of language, drawing in particular in the section where the female figure breaks an eroticism festive with the same force of the explosion of the word vehiculum of "Cries and Whispers" that converge in the polarization of the ego "raised" in A(E)STROVERSI (extroverted).
Finally, the title of the collection: Akeldamà (Field of Blood): dissonance only apparent in the joy of poetic of Vacchetta, or, if you will, "gnashing of teeth" that would steer the "betrayal" by the Man "present" to Nature and Beauty savabled in spes and Beauty of which that earthly, physical, corruptible is unforgettably effigy and painting: Light is your love / magma cold / dissolved living / but beautiful and much.
(Comment byCristina Raddavero)

Flavio Vacchetta è davvero un buon poeta, perché al di là dei vari premi e riconoscimenti prestigiosi ricevuti, lo dicono il cuore e la mente di chi ha la ventura di avere fra le mani le sue poesie. Sono liriche che hanno il potere di attrarre e coinvolgere alla lettura, facendone strumento di passi comuni in un cammino umanissimo e perciò variegato di sentimenti ma parallelo ad un altro di elevata dimensione spirituale. Diverse potrebbero esserne le letture: dalla gratitudine per il bello della vita, la natura, l’universo, al conforto nelle  difficoltà e nei dolori che avvinghiano ciascuno e lui, Flavio, in questo momento particolare di lutto. Poesia  come luogo per decantare il dolore, poesia come taumaturgico linimento offerto dallo stesso Dio del canto, della gioia, della bellezza. Ma la poesia di Flavio ci pone  di fronte ad una più grande riflessione: come, proprio attraverso il dolore, fiorisca la parte più bella e più nobile di noi. Dolore dunque come crogiuolo che annulla ciò che non serve per giungere all’essenza. La sua ultima raccolta “La scala luminosa”, corredata di note critiche di firme illustri, da Piccinelli a Della Ferrera, da Ferrari alla Raddavero, ne propone un esempio. Una trentina di situations” poetiche fotografate nude , scannerizzate, scansionate, scritte intingendo l’ipotetica penna nell’inchiostro livido del dolore, senza compromessi  emotivi, e forti proprio di questa verità  accettata senza dribblare. Talvolta, e i grandi come Turoldo, ce lo insegnano, persino sfoderando l’arma dell’ironia, amara ma pur sempre tale. Poesie talvolta prive di punteggiatura, senza maiuscole, in cui si riconosce la volontà ferma intenzione di non fermare il flusso di quel momento di verità, senza barriere, versi liberi di strabordare e raggiungere tutti, anche quelli che vivono lontano dal fiume della poesia….Un Nilo generoso che lascia il suo benefico e vivificante limo.
(Commento di Maria Grazia Gobbi)


The poems:

 


Alchemy

In the morning love
ha  the scent of evening
down there are working
in sleeves of underwear
the moss - my dear -
is a panel velvet
throughout the heavenly city
Babylonian workers
have lovers near the British crown
The shepherds of flocks
have the brandy to rest
at pasture grazing grass
and refreshed with mushrooms gratin
of the time that fall in love
and we  patiently forget
the beauty of the sky
that reach the veins
the grasslands with buzzing flies
if something I like is the rain
that burns me the sound
who frequents the salons of fruit
sleeping with rust mixed
So by mutual agreement
I mix sun and eternity.


Uni (co)verso Universe (Sole verse)


From Universe we expect
A one sole verse
different
at sanmarco restaurant
a lot of squid
(I have in front)
speak for themselves
in taste
I do not know what to swallow
probably too much.


The path

I walk and I get emotional
Established in the fog
-There is nothing there-
Only the love of mother
Yes that's a benese?
No,  that is yes even a little 'craft
I walk again and again I get emotional
Where can I find utility?
Fallen in love by  the beauty of the world
Here's what you need more than the friend of life
Do you realize that everything is perfect?
Even eternity.

*

A few days she is more beautiful
With the blue in the eyes and green shirt
Embroidered by hope balsamic
She is motionless, at the tram stop
On the sidewalk pavement and dreams kisses
Look at the faces of all
Mix love every morning
She asks us whether we know her.

 

A (E) StRoversi (extroverted)

6
From the day you are born
you begin to die
the universe belongs to you
as a necklace around neck
and sundial that calculates your days
delivers them to the time for corrections

Da premio "Turoldo 2012"

VISITA ALL'INFERNO

Mi dicono: la diagnosi della sua signora varia
da adenoma ipofisario ad estesioneuroblastoma
come dici?
Mi viene in mente una corda da legare
all'abete nella sera tarda.
Perire di spada non mi garba
parlare di lingua è un trasporto
grave e secco.
S'accende una luce in me
m'illumina una prudenza
chi dite che io sia?

Il Flavio di "Turoldo" diagnostica il male fisico agostiniano biografando la malattia, umanizzandola in versi talmente consueti da divenire lirismo eccezionale nella mano di Anna,  in un matrimonio surreale, in un ringraziamento firmato con la bava, striscia iridescente di giorni in cui non c'è scarto tra incubo, sogno, realtà.

Flavio Vacchetta trasfigura messaggi in cui speranza e di-sperazione sembrano cercarsi nell'amplesso giocoso di parole colme di vita al punto da spogliarle e disarmarle ad un tempo della loro beffarda potenza. E' la grande "miseria" dell'uomo in cui il poeta affonda la sua penna vestita di un'anima "versata" a stento tra dita rattrappite al sapore di funghi porcini, restituite in umiltà alla terra perché si innalzino al cielo in preghiera di ossigeno eterno.


(Commento postato da Crisitna Raddavero 3 febbraio 2012)

 

Flavio Vacchetta: "La scala luminosa" (con note critiche di Mauro della Ferrera, Franco Piccinelli, Cristina Raddavero, Mauro Ferrari) - Puntoacapo Edizioni - Novi Ligure

Il titolo dell’ultima raccolta poetica di Flavio mi è entrato subito nell’anima e ci è riuscito attraverso quella modalità particolare che è poi la medesima dello stile dell’autore, quell’approccio vero al verso perché nel verso pulsa la vita: sua, mia, tua, di ognuno.
Attenzione però, perché il fatto che questi versi possano essere di tutti e di nessuno, non significa che siano consegnati all’astrazione, la sola maga-strega che non conoscono i bambini ma, con la quale sanno intessere, invece, fittissimi rapporti gli adulti.
I versi di Flavio sono suoi, miei, nostri perché dentro ci scorrono i giorni, il quotidiano saliscendi dell’uomo, molto spesso amaro e dolente.

Eppure…eppure la scala di Flavio è portentosa, è una scala che proprio perché la scendi, la sali.
E’ una scala che racchiude la condizione universale inglobata in gorgheggi che non risparmiano l’ironia e nei quali la parola poetica si compie trattando ogni tipo di materiale (incontro tra piccioni e topi in Versi a stento e in Sera il vertice di un orizzonte steso contro il cielo che spolpa i miei occhi).
Flavio conquista perché la partitura guizza da una parola all’altra e lo spartito ha note mistiche  immerse nel sano profumo di letame.
Dalle liriche di Flavio, dai suoi apparati linguistici del tutto informali e innovativi traspare, infine, anche un messaggio forse oltremodo “scomodo” ma, decisamente ineludibile: Dio passa, stanne certo, o con una carezza o con uno sberlone, passa e ti porrà la fatidica domanda: « E tu, chi dici che io sia? » a te la risposta, cui difficilmente, potrai sottrarti.
(Commento di Cristina Raddavero)

Il poeta durante la presentazione del suo libro

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