Mauro Covacich : "Trieste sottosopra", Laterza Editori

Alcuni libri hanno il potere di farti conoscere ed entrare in altri mondi, e ci sono libri che riescono a farti vivere geograficamente una città, a farti entrare letteralmente in essa. Ne ho incontrati pochi di libri così nella mia carriera di lettrice e, quando capita, mi rendo conto di come la scrittura possa essere potente.

Mi è successo con un piccolo volume di Dickens "Perdersi a Londra" in cui ogni tanto mi piace tornare e ancor di più mi è successo con questo testo, "Trieste sottosopra" di Mauro Covacich, i cui capitoli non sono capitoli ma passeggiate e Trieste oltre a vederla attraverso le sue parole, ti sembra di toccarla e respirarla. Me l'ha consigliato un'amica originaria del luogo, mi ha detto "magari lo amo perché io amo Trieste." E invece non è l'amore per Trieste che ti fa amare il libro, è piuttosto il contrario: il libro ti fa amare la città.

Questo libro è un Meltin Pot, come si usa dire, un crogiolo di cultura storia e letteratura, così come lo è la città che racconta. C’è la Storia in queste pagine ed è raccontata in modo semplice ma magistralmente, attraverso le emozioni dell’autore. Ci sono il mare, vissuto dalle scogliere, e la Bora, sfruttata dai bambini per volare. Ci sono l’origine della moderna psicoterapia e della chiusura dei manicomi e l’origine dello Spritz. E c'è, per me prima di tutto, Italo Svevo con il suo Zeno Cosini, letteratura e cultura che sono un tutt'uno con Trieste e che negli ultimi anni sono state rese parte del paesaggio.

In ognuna di queste pagine si può trovare lo spunto per una riflessione diversa, una ragione personalissima per amare Trieste. Ma attraverso lo stile così lineare, che segue il ritmo dell'autore che passeggia per la sua città, non si può che rimanere stupiti e ammirati davanti ad una Trieste che non è più solo una città, "la città più meridionale dell’Europa del Nord", ma è "una Sissi col piercing, i capelli blu cobalto, una salamandra tatuata sul collo. Ha ancora le dita affusolate della principessa, ma si mangia le unghie".

(Commento di Viviana Albanese)