Felice Pozzo : "Le stanze segrete di Emilio Salgari" - Solfanelli

 

A 110 anni dalla morte di Emilio Salgari (1911-2021) esistono ancora zone d’ombra riferite alla sua biografia, rese tenebrose da revisionismi e ipotesi disinvolte che hanno sostituito le leggende del passato. Anche la sua opera è ancora vittima di qualche valutazione frettolosa e di qualche pregiudizio. Ed è con riferimento all’opera che si intende accedere, in punta di piedi e anche di penna, nelle stanze segrete o meno frequentate del suo sempre sorprendente laboratorio, alla ricerca di aspetti nuovi, di tesori trascurati, di abilità sottovalutate. Sfogliare le sue pagine significa peraltro confrontarsi anche con chi le ha scritte, con il suo spirito bohémien e la sua sofferta umanità, in un contesto dove hanno convissuto l’entusiasmo indiscusso delle lettrici e dei lettori insieme alla penuria di riconoscimenti e ancor più di generosità. Significa inoltre verificare come, sino all’ultimo, Salgari abbia saputo regalare colpi d’ala degni della miglior letteratura.

 

Felice Pozzo

nato nel 1945, è considerato il decano degli studiosi di Emilio Salgari, non tanto per l’anagrafe quanto per il suo «servizio permanente effettivo» e il prezioso contributo alla più vasta conoscenza dell’argomento. La prolungata attività di ricerca e la ininterrotta pubblicazione di articoli e saggi, iniziate durante il tempo libero sul finire degli anni Sessanta del secolo scorso (e non ancora terminate), gli hanno consentito di effettuare e divulgare numerosissime scoperte sulla vita e l’opera del romanziere (e dintorni). Molte di esse, piccole e meno piccole (come, ad esempio, la scoperta di pseudonimi che hanno consentito di ampliare la bibliografia salgariana, da lui affrontata in modo completo ma pionieristico nel 1980, quando ancora in pratica non esisteva) sono da tempo entrate nel sapere comune. Ha partecipato ai più importanti convegni salgariani, dal primo del 1980 a cura dell’Università di Torino, in poi. Conferenziere in tutta Italia e all’estero, ha curato numerose riedizioni critiche e annotate di opere salgariane, in particolare per l’editore torinese Viglongo. Tra queste ultime, particolarmente interessanti perché germinate da alcune delle suddette scoperte, Spada al Vento (2007), personalissima traduzione dal francese effettuata da Salgari nel 1895, e La vendetta d’uno schiavo (2011), pubblicato per la prima volta nel 1900 con lo sconosciuto pseudonimo “E. Giordano”. Tra le altre, per la pubblicazione di testi salgariani “ritrovati”, da citare le antologie Gli antropofaghi del mare del Corallo (Oscar Mondadori, 1995), Storie di Montagna (Centro Documentazione Alpina, Torino 2001), poi Avventure di Montagna, con aggiornamenti (Vivalda, Torino, 2011), I racconti del Capitano (Magenes Editoriale, Milano 2006) e Il laboratorio magico di Emilio Salgari (Nerosubianco, Cuneo 2012). Opere principali: Emilio Salgari e dintorni (Liguori, Napoli 2000); L’officina segreta di Emilio Salgari (Mercurio, Vercelli 2006); Nella giungla di carta – Itinerari toscani di Emilio Salgari (Bibliografia e Informazione, Pontedera 2010); Il Corsaro Nero – Nel mondo di Emilio Salgari, con Pino Boero e Walter Fochesato (FrancoAngeli, Milano 2011); Il fachiro di Atlantide – Percorsi nell’immaginario (Ed. Il Foglio, Piombino, 2013); Tra Sandokan e Salgari – Yanez de Gomera, il bohèmien dei mari malesi (Biblografia e Informazione, Pontedera 2016); Emilio Salgari il capitano della fantasia (De Ferrari, Genova 2018). Nel 2017 ha collaborato, per la parte salgariana, al libro Inediti di Cesare Pavese (Galata Edizioni, Genova).