Lucia Visconti: “Per mano” - Edizioni Polistampa
Un potere di sintesi tanto sviluppato e incisivo da sfociare quasi spontaneamente nella forza sgomenta del versicolo ungarettiano o nel respiro contratto e conciso dell’haiku. Ecco la silloge poetica “Per mano” di Lucia Visconti, in cui parole talmente essenziali da apparire violente, e così precise da assumere i contorni di un’accusa, indicano “senza quartiere” nei discendenti di Adamo –traviati dal male e incapaci da sempre di salvezza (ovvero di arrivare a procurarsela)– una specie corrotta e impura che insiste a respingere il senso ultimo del Golgota, instaurando con Dio un rapporto di labile intimità, sostanzialmente illusoria, e (quel ch’è peggio) vincolando ciascuno di noi alla propria psiche degradata, alla propria natura sghemba e deforme, che trova redenzione (transitoria e basta!) per brevi attimi, drasticamente effimeri.
|