SOTTO L'ALBERO DEI LIMONI

(Tabula Fati - Solfanelli - Chieti 2020)

Illustrazioni di Albina Tagliabue

 

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SOTTO L'ALBERO DEI LIMONI

(Prima edizione 2009 - Gorée Editore - Siena)

Illustrazioni di GUIDO BASSANI

LA NASCITA DEL RACCONTO

L'albero dei limoni sotto casa mia a Imperia Porto Maurizio

L’albero dei limoni ha linfa e radici vere; fino a pochi anni fa verdeggiava al libeccio nel giardino sotto casa mia a Imperia; poi l’età ha incominciato a spegnerlo; piano piano, giorno dopo giorno. Quando ho scattato le foto qui accanto già stentava, nel tronco portava il peso dell’età, anche i limoni grossi e carnosi di un bellissimo giallo, che solo a vederli richiamavano l’altrettanto bellissima poesia di Montale, si restringevano vizzi sotto una buccia stenta, maculata, intristita. Ora è stato definitivamente abbattuto.

Eppure, quando io ero un ragazzo, sotto le sue fronde si rincorrevano davvero Pol e Gya e tutta la banda dei gatti europei: Caio, Vanessa, Cassandra… è lì che il racconto è originato, ed è lì che ho avuto i primi contatti con le problematiche di convivenza etnica, che mi sono impattato con  la parola “razzismo” e con tutto ciò che di più orribile si trascina dentro, ignorando che proprio quel termine avrebbe segnato una delle più vergognose piaghe sociali di questa nostra, opulenta e grassa società occidentale.



Gya (ma forse non si chiamava Gya) era realmente una gattina siamese dalla voce roca e la coda mozza; neppure lei sapeva come fosse capitata nel cortile di Pol (che si chiamava veramente Pol). Certo, l’avevano portata i proprietari dell’alloggio, ma una gattina poteva farsene una ragione? Aveva pochi mesi di vita, era ancora un batuffolo di cotone ovattato, spersa in mondo sconosciuto, cercava solo un segno d’affetto, piccoli cenni di comprensione e di accettazione.

Invece nulla; i gatti europei la scacciavano in malo modo, erano grandi e grossi e le arricciavano il pelo, allora Gya si rifugiava da Pol e Pol si sforzava di coccolarla, nei modi un po’ grezzi e scomposti che hanno i cani quando vogliono apparire affettuosi. Gya sapeva accontentarsi, si rincuorava ai questi gesti di gentilezza e si addormentava felice accanto a quel botolo obeso senza alcun pedigree.

Allora ho capito anche che tra i viventi sottendono filamenti strani e imprevisti; che talvolta la solidarietà traspare da nascoste, quanto inconsuete, appartenenze ma sono dovuti trascorrere molti anni prima di decidermi a mettere questa strana storia di cortile sulla carta stampata.


Albero dei limoni (part.)

 






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