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PESCI ROSSI, PESCI AZZURRI (Effatà Editrice - Cantalupa Torino)
Illustrazioni di ANTONIO VINCENTI |
La vasca dei pesci rossi nella stazione di Imperia Porto Maurizio |
Il racconto Pesci rossi, pesci azzurri è nato in modo meno “avventuroso” rispetto a Brisca ai grandi magazzini Internet.
È ovvio che aspetti e risvolti casuali intervengono sempre nella stesura di un progetto narrativo ma, dopo aver esplorato con Brisca il mondo della virtualità e del sogno, mi dicevo che, se mai avessi scritto un secondo testo per ragazzi, mi sarebbe piaciuto affrontare una tematica più aderente alle problematiche della nostra società; osservarne il modus operandi, le filosofie comportamentali, le apatie ed i timori che si trascinano dentro il nostro, spesso disagiato, “benessere”.
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Jonathan Swift con il suo “I viaggi di Gulliver” mi stuzzicava a livello scenografico ma, nello stesso tempo, mi raffrenava proponendomi un trattamento della materia con le immagini di una società più addolcita e intiepidita dal filtro sorridente dell’ironia, senza eccessive parafrasi.
Facile a dirsi ma non ancora a farsi, perché sotto mano non avevo alcun elemento concreto, indugiavo alla ricerca di un leitmotiv, un soggetto, una ambientazione e, soprattutto, dei personaggi.
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La vasca dei pesci rossi (part.) |
I ragazzi della scuola media di Ovada "Sandro Pertini", hanno elaborato in chiave fumettistica la storia... |
L’occasione per delineare meglio la struttura del racconto si risolse alla stazione ferroviaria di Imperia Porto Maurizio.
Ero andato ad aspettare mia moglie che doveva raggiungermi da Torino. Il treno, naturalmente, era in ritardo ed io, per ingannare l’attesa, passeggiavo su e giù per i marciapiedi che costeggiano i binari.
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... sintetizzata in rima... |
...disegnato i protagonisti... |
...illustrato gli episodi... |
Tra loro mi colpì un ragazzino, poco più di un bambino, che suonava il flauto di Pan con note dolci e malinconiche; quando si accorse che lo stavo ad ascoltare, arrossì e smise di suonare.
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...elaborato i dialoghi... |
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... e le scene... |
Non potei fare a meno di ripescare i ricordi che avevo lasciato in Romania ai tempi in cui il presidente Ceausescu imperava con la forza della tirannia e della disperazione. Ricordo le vetrine delle librerie ricolme di libri scritti dal presidente, (ma li avrà poi scritti davvero lui?), i ritratti ostentati ovunque, le costruzioni di regime; allucinanti. |
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Ma ricordo anche le distese surreali del delta del Danubio, i giardini di Tulcea, gli incomparabili affreschi dei monasteri della Moldavia: Suceava, Humor con la Dormizione della Vergine, Sucevita, e soprattutto Voronet con l’azzurro dell’Albero di Jesse. E poi le casette di campagna con le bottiglie vuote infilzate nelle pertiche per segnalare ai giovanotti la presenza di una ragazza da marito. |
È a Bucarest che ho conosciuto Gelu, un signore tutto d’un pezzo con un bel paio di baffi; è stato lui il primo a parlarmi di Gheorghe Zamfir quando in Occidente era ancora quasi sconosciuto. Mi ha fatto ascoltare il suono del suo flauto, l’incanto delle sue vibrazioni su melodie popolari: bellissime; dolci e struggenti come i tramonti sulle spiagge del Mar Nero, e tristi come erano tristi gli occhi dei bambini che, dopo il crepuscolo, uscivano dai sotterranei per frugare un nonnulla nei cassettoni dell’immondizia. |
...discusso il testo con illustrazioni concordate in classe... |
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All’annucio dell’altoparlante di un ulteriore ritardo del treno, raccolsi questi “amarcord”, e mi diressi verso i giardinetti della stazione. Qui, tra le siepi di finto gelsomino e i cespugli di palmizi che la contornano, c’è una bella vasca con una colonia di pesci rossi che guizzano tra le ninfee. |
È divertente vederli mentre si crogiolano tra le acque stagnanti in attesa che qualche viaggiatore ben disposto sbricioli loro un pezzetto di pane. Chi sa come si sta là sotto? Sono davvero tutte rose e fiori? E se all’improvviso, tra quelle penombre, fosse sbucata una famiglia di pesci azzurri? |
... fino alla conclusione.
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E questi sono gli alunni che hanno curato il lavoro. |
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